Quando si va in vacanza in Salento è bene conoscere questo luogo da tutti i punti di vista, anche quello storico. Ecco perchè in questo post vi scrivo dei brevi cenni storici della città di mare di Porto Cesareo in Salento. La storia di Porto Cesareo affonda le sua radici fin nell’età di bronzo. Si sono succeduti i Messapi, i Romani, sono arrivati i pirati, poi i briganti. Un viaggio affascinante da conoscere quasi quanto le sue bellissime spiagge. Cominciamo.
L’età Messapica – Magna Grecia
L’area era già abitata fin dai tempi più antichi nei pressi di Scalo di Furno e della Penisola della Strea, dove sono stati ritrovati alcuni insediamenti di Messapi e Japigi risalenti dal XVIII sec. a.C. (età del bronzo) al X sec. a.C.
L’età Romana
Le prime tracce della città di Porto Cesareo si hanno al tempo dei Romani, le ha segnalate direttamente Plinio nel suo libro Naturalis Historia, libro III, 11, 99, 101. Il suo nome antico era Sasinae Portus, il Porto di Sasina. Probabilmente, i primi abitanti del porto vennero dall’isola di Saseno, un’isola nella Baia di Valona, intorno al X-VII sec. a.C. La tradizione vuole che i Sasinesi fossero un gruppo etnico fiero e coraggioso, di audaci navigatori e pescatori che non vollero sottomettersi ai Gallipolini, gelosi per la pesca del tonno. Dell’epoca romana non resta alcuna traccia tranne sette colonne monolitiche di marmo cipollino immerse nel mare, e questo nonostante Portus Sasinae era un importante scalo portuale per il commercio di prodotti agricoli delle zone interne.
Il Medioevo
Nei secoli successivi la zona cadde in decadenza e abbandono a causa dell’impaludamento e delle scorrerie dei pirati. Intorno all’anno 1000 giunsero alcuni monaci basiliani che vi costruirono un’abbazia che utilizzarono fino al XV secolo, cioè fino a quando la località passò in mano al Principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini. Nel 1483 Algerberto del Balzo comperò l’intero feudo con la città di Nardò. Dopo pochi anni, nel 1500, Re Ferdinando di Aragona e la Regina Isabella di Chiaromonte concedettero tutto il feudo di Nardò a Bellissario Acquaviva di Aragona per il suo aiuto offerto nella guerra d’Italia. Fu in questo periodo che iniziò la costruzione delle torri costiere (Torre Cesarea, Torre Chianca o di Santo Stefano, Torre Lapillo o di San Tommaso, Torre Castiglione) che caratterizzano il panorama costiero salentino. Fino al 1700 il feudo rimase in abbandono per la malaria e soprattutto per le continue incursioni dei pirati.
L’età moderna e contemporanea
Intorno alla metà del XVIII secolo la zona tornò a ripopolarsi solo stagionalmente, grazie a una tonnara che attirò alcune famiglie di pescatori, soprattuto di Taranto, che occuparono la penisoletta dell’attuale abitato di Porto Cesareo. Dopo una serie di passaggi di proprietà tra gli antichi proprietari feudali della zona, nel 1847 il tribunale di Lecce mise all’asta tutti i beni del Barone Ruggiero della Ratta: il barone aveva dilapidato al gioco tutta l’immensa fortuna accumulata dalla sua famiglia. I beni della zona di Porto Cesareo furono aggiudicati ai signori Giuseppe De Paolis e Vincenzo Berardini. Ma già l’anno successivo, il 25 settembre del 1848 i beni furono ceduti a Don Francesco Muci, un ricco signore di Nardò che si aggiudicò tutta la proprietà sita nella spiaggia di Cesarea. Nell’atto di vendita si ha la prima descrizione dettagliata della zona e dei suoi casamenti: “Una locanda confinante da Oriente a Mezzoggiorno col lido del mare Ionico composta di vari membri inferiori per uso di abitazione dei passeggeri, stalle, mulino in ordine, forno, stanze per i marinai, cucina, cisterna, con una stanza a uso di bettola; nonchè altri locali attaccanti da settentrione con la suddescritta locanda ma che si affittano separatamente dalla stessa e da oriente col lido del mare Ionico, nelle cui adiacenze vi è una cappella con arredi sacri, costituiti da 14 candelieri, un Crocefisso, … E poi, vi è la Casa delle Cozze”… Era il primo nucleo abitativo di Porto Cesareo. Successivamente, verso la fine del XIX secolo, i terreni attorno vennero frazionati e venduti alle famiglie di pescatori: cominciava a svilupparsi il primo impianto urbano. L’abitato si sviluppò fino a contare qualche centinaio di persone e fu costruita la chiesa intitolata a Santa Maria di Cesarea. Ulteriori informazioni qui
La rivolta di Arneo
Durante il periodo fascista ci fu l’evento più importante della zona: la bonifica dell’Arneo, il territorio della campagna tutto attorno a Porto Cesareo. Il centro crebbe notevolmente in importanza grazie al suo porto peschereccio e soprattutto cominciò a crescere dal punto di vista turistico balneare. Iniziava ad essere chiamato Porto Cesareo.
Porto Cesareo oggi
Oggi Porto Cesareo è una delle destinazioni turistiche estive più importanti della Puglia con i suoi 18 km di spiaggia dorata in parte attrezzati e acqua molto limpida, fronteggiate da un arcipelago di isolotti ricchi di vegetazione e di fauna che conta specie molto rare. Dal 1997 il Comune è sede di una delle 20 aree marine protette d’Italia per la presenza di una ricchissima e diversificata comunità marina di elevato valore biologico. Di Porto Cesareo fanno parte le spiagge di Torre Lapillo e Punta Prosciutto.
Le informazioni per scrivere questo post le ho prese in parte da Wikipedia, in parte dalla pubblicazione di Gigi Pasanisi, Porto Cesareo dalle origini ai giorni nostri, Edizioni Grifo del 2011.
Vi segnalo questi link dove approfondire la conoscenza di Porto Cesareo:
– Vacanze Porto Cesareo
– Vacanze Torre Lapillo
– Vacanze Punta Prosciutto
La foto delle colonne romane è dell’AMP Porto Cesareo, presa dal sito Parks.it.
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