Il periodo della raccolta delle olive segnala il passaggio dalla calura estiva alle temperature più fresche dell’autunno e più fredde dell’inverno. Dal momento che vivo nella terra dell’ulivo, non posso non farmi il mio olio artigianale. La mia famiglia possiede dodici alberi di ulivo secolari piantati dagli antenati e due più giovani piantati da mio padre, nella campagna che da Guagnano porta a San Pancrazio Salentino. Grazie alla produzione di olive di questi alberi riusciamo a soddisfare il fabbisogno di olio per un anno o poco più. Considerate che, da queste parti, di olio se ne consuma tanto. Quest’anno, ad esempio, abbiamo messo in preventivo una produzione di olio di circa due quintali!

Raccogliamo le olive in due modi. Dapprima battiamo i rami degli ulivi per far cadere le olive più verdi e poi scopiamo a terra sia quelle che sono cadute sia che più mature che sono cadute naturalmente nei giorni precedenti. Lo so che i puristi potrebbero obiettare su questa tecnica, ma con i mezzi che abbiamo non riusciamo a fare altro. Considerate che gli alberi sono davvero grandi e alti. Solitamente riempiamo di olive dei contenitori e li portiamo a casa per passare alla fase successiva, quella del setaccio che serve per separare le olive dalle foglie di ulivo.

Il setaccio che utilizziamo è l’arnese che avete visto nel video precedente, in dialetto lo chiamiamo sciaticu. In poche parole: si versano le olive sul contenitore superiore e si sbatte con veemenza al fine di setacciare le olive e separarle dalle fogliame. Adesso, nei contenitori abbiamo soltanto olive ben pulite. Le portiamo, pertanto, al frantoio dove, in alcuni giorni, è probabile si trovi un piccolo ingorgo di persone che stanno facendo la stessa cosa: consegnare le olive per la lavorazione finale.

Capita di farsi un po’ di attesa per pesare le olive e scaricarle, si troveranno le solie Ape Piaggio, macchine con carelli al traino e qualche camioncino. E’ tutta gente locale che si fa il proprio olio dai propri alberi di ulivo. Non è fantastico tutto ciò? Le olive, le scarichiamo in grandi contenitori come questi e sopra vi mettiamo le latte in cui sarà messo l’olio.

Dopo un giorno o due si ritorna e si prende l’olio. Dopotutto, non è cosa difficile. Quest’anno la resa ci sembra decisamente bassa, ma in compenso l’olio che ne sta venendo fuori è buono. Il primo che abbiamo fatto diverse settimane fa è risultato extra-vergine. L’ultimo è soltanto vergine, ma va bene così, ci piace lo stesso perchè è naturale. Infatti, non mettiamo alcun tipo di medicinale o agenti chimici sugli alberi. Della serie: come viene, viene! Vi lascio con altre fotografie degli alberi e della campagna.

In campagna abbiamo anche dei fichi d’india e un albero di fico che abbiamo appena potato.

e poi, vi voglio far vedere la forza della natura. Questo qui era un vecchio albero di ulivo che un giorno fu colpito da un fulmine. Nel giro di poco tempo, non sappiamo perchè, non ce la fece più e fu necessario tagliarlo tutto alla base, vedete quanto è grande? Bene, lasciammo accanto i rami nuovi che nascono dalla base, uno in particolare. Guardate in foto quanto è cresciuto nel giro di qualche anno!

A presto, Fabio.