La cucina salentina è ricca di piatti che riprendono antiche tradizioni. Una delle ricette più tradizionali è senza dubbio quella dei “ciceri e tria” (pasta fritta con ceci), un vero e proprio must culinario per trascorre le vacanze nel Salento (clicca qui). Ce ne racconta la storia e la ricetta, Veronica Rizzo, la cui biografia la trovate alla fine di questo post. Grazie Veronica!

La storia dei ciciri e tria
La storia di questo piatto affonda le sue radici in un tempo lontanissimo, tanto che già Orazio, noto poeta latino, ne parlava nella sua opera maggiore, ossia Le Satire, scritta tra il 35 e il 30 a.C. In pratica, il poeta parlava di una minestra composta da porri, ceci e lagane, che, stando ad alcune ricostruzioni, dovrebbe essere un tipo di pasta molto simile alla pasta fresca che si produce in molte case salentine. Col passare del tempi, invece di lagane si è parlato di “tria”, ossia di pasta secca. Sebbene oggi questo pasto sia entrato nei menù di molti ristoranti salentini che cucinano piatti tipici della tradizione locale, un tempo “Ciceri e Tria” era la pietanza tipica del 19 Marzo, ossia della festa di san Giuseppe. Si tratta di un piatto molto semplice, realizzato con ingredienti poveri, ma non per questo non buono.

Ingredienti
100 gr di farina | 200 gr di semola | 300 gr di ceci | un po’ di bicarbonato | 1 cipolla | 1 spicchio d’aglio | un gambo di sedano | 1 foglia di alloro | 3 pomodorini | olio, sale e pepe.

Preparazione
Innanzitutto, come tradizione vuole, la “tria” si prepara in casa mescolando semola e farina con acqua tiepida salata. Si lavora sino ad ottenere un composto che sarà lasciato per mezz’ora sotto un panno umido in modo da farlo riposare. Fatto questo, l’impasto verrà diviso in più parti che vengono stese con il matterello. Si avranno così delle sfoglie che, accuratamente tagliate e piegate, daranno vita alla “tria”. La sera prima si saranno messi a bagno i ceci con del bicarbonato (per almeno 10 ore). Passato questo lasso di tempo, i legumi verranno lavati e fatti cuocere con acqua e alloro. A metà cottura si toglieranno dal fuoco, si scoleranno e saranno messi in una nuova pentola piena di acqua bollente in cui ci sono tutte le verdure. Badando sempre alla cottura dei ceci, si andrà a friggere la “tria” in abbondante olio. Ma attenzione, solo una parte della pasta va fritta, perché il resto si deve lessare normalmente in acqua salata. Una volta cotto tutto, si uniscono pasta, tria fritta e ceci e si cosparge con pepe. Si tratta di un piatto tipico della tradizione contadina, semplice e veloce, ma di una bontà che farà felice non solo il palato.

Veronica Rizzo
Veronica Rizzo è un’appassionata di viaggi e turismo. É nata in Puglia, a Lecce, il 16 Ottobre 1982 dove vive tuttora, lavorando presso la Imevolution, una società di search/web marketing.

La fotografia in apertura rappresenta perfettamente i ciceri e tria ed è del mio amico Silvestro Silvestori, gestore di The Awaiting Table Cookery School, un piccola e bella scuola di cucina nel cuore del centro storico di Lecce.