Una delle caratterisitche della Puglia, come ben sapete, è la sua musica tradizionale. Più si scende a sud, più ci si avvicina in quello che è il regno della pizzica salentina. E’ una musica, ma anche una danza. Ho chiesto a Mattia Doto, insegnante del corso di danze rituali della Puglia che si tiene al LED di Napoli, di darci maggiori informazioni su questa danza, su cosa ne pensa lui e su come viene vista al di fuori della Puglia.

Ciao Mattia, che musica state danzando in questi scatti fotografici?
Le foto che vedi si riferiscono all’ultimo momento della lezione, in cui si lavora sulla danza in coppia, quindi il rituale di corteggiamento, con tutta la sua mimica e gestualità, nonchè il suo significato rituale all’interno della ronda. Quindi la musica che ho utilizzato a tal fine è un brano che si intitola Nu pizzicu (pizzica di Muro), ovvero uno dei brani tipici suonati all’interno delle ronde nelle feste di paese del Salento.

Quale è il carattere di queste musiche che più ti coinvolge?
Questa musica coinvolge e basta, non c’è un carattere preciso, ogni suo elemento concorre a dare ad essa la sua forza, per alcuni irresistibile. Il ritmo del tamburello, la linea melodica degli altri strumenti (violino, organetto e armonica), il canto. Solitamente, quando insegno cerco di evidenziare l’importanza del concentrarsi sul tamburello e sulla sua scansione ritmica, che è la base per poter approcciare nel modo giusto a questa danza. Non seguire, bensì interiorizzare il ritmo del tamburello, finchè il nostro corpo non comincia a vibrare con esso, la nostra pelle come la pelle del tamburello.

Ho una curiosità: potresti dirmi come è vista questa musica al di fuori della Puglia, visto che tu sei a Napoli?
Al di fuori della Puglia, qui a Napoli, questa musica appassiona, attira, entusiasma e non c’è da meravigliarsi visto che in passato veniva utilizzata a scopi curativi. Anche se, da Pugliese che ama la propria terra ma che l’ha abbandonata con piacere perchè troppo chiusa e provinciale, poco disponibile a una crescita artistica e teatrale (ovvero il mio lavoro) ogni giorno mi batto, con forza e determinazione, per fronteggiare e cercare di smorzare tutti quegli atteggiamenti che sfruttano la cultura musicale e tradizionale pugliese per fare business.

Ad esempio?
Un esempio? I tantissimi corsi di pizzica e tarantelle qui a Napoli, che sono diretti da persone che hanno partecipato a qualche festa durante l’estate, hanno appreso i passi e sono diventati insegnanti. Questo non è corretto anzi è imbarazzante. Non tutti possono insegnare, perchè per insegnare danza, qualsiasi tipo di danza, occorre avere un metodo pedagogico maturato in anni di esperienza. Ma qui a Napoli, come altrove, quello che conta è fare soldi, sfruttando un fenomeno culturale che ha dimostrato di avere un potere massificante e quindi approfittarsi delle persone che si appasionano alla musica e alla danza ad essa connessa.

Ma questo non accade solo al di fuori della Puglia. Accade anche in Puglia, anche da parte dei pugliesi stessi. Cito l’esempio della ditta Divani e Divani, di Bari, che ha mandato in televisione, Canale 5, orario di pranzo prima di Beautiful, quindi con milioni di telespettatori seduti a tavola, un orrenda pubblicità con un orrenda danzatrice (allieva di Garrison) che danzava la pizzica in maniera orrenda (come se stesse in un night club) con dietro di lei tre uomini arrapati seduti sui divani che suonano e se la guardano per bene, per poi attendere il momento in cui lei faceva il suo salto erotico per abbandonarsi su uno di questi divani…3 minuti per distruggere, imbruttire e infangare anni di tradizione. Tutto ciò è mancanza di rispetto. E questo è accaduto in Puglia, essendo la ditta “Pugliese”.

Ringrazio Mattia e il Led di Napoli per la loro disponibilità e per averci dato un altro contributo su questa musica.

Fotografie | Tratte da un album fotografico della fan page LED Spazio Danza